Occhio secco

27 Gennaio 2017

Che cos’è

L’occhio secco è una malattia con una incidenza in forte aumento negli ultimi anni, caratterizzata da una alterazione della quantità e/o della qualità delle lacrime, prodotte dalle ghiandole dell’occhio, che umidificano e proteggono la superficie oculare a contatto con l’esterno. In oculistica è definita anche una patologia del film lacrimale (il fluido prodotto dalle ghiandole lacrimali) dovuta alla ridotta produzione o alla eccessiva evaporazione delle lacrime, che procura danno alla superficie oculare ed è associata a sintomi di discomfort per il paziente. In realtà, è dalla concomitanza di molti fattori che origina la secchezza oculare, in quanto il film lacrimale e i tessuti corneale e congiuntivale sono strettamente correlati tra loro.
Le lacrime hanno una particolare composizione e svolgono diverse funzioni: lubrificante e nutritiva della cornea; antibatterica per la superficie oculare; diottrica, cioè contribuiscono al potere refrattivo dell’occhio e alla messa a fuoco delle immagini sula retina. La loro produzione normale è di 0.8 microlitri/minuto circa ed è mantenuta qualitativamente e quantitativamente costante, grazie all’azione combinata della secrezione (ghiandole secretorie), della distribuzione per ammiccamento palpebrale e della eliminazione attraverso le vie lacrimali. Le numerose ghiandole lacrimali producono un secreto diverso per composizione che va a costituire i tre strati del fluido lacrimale. La parte principale è costituita da acqua che contiene sali, zuccheri, proteine, enzimi e altre sostanze. Lo strato più esterno è costituito da lipidi che hanno il compito di impedire l’evaporazione del film lacrimale e di favorire lo scorrimento delle palpebre sulla superficie dell’occhio. Infine per mantenere l’idratazione e quindi l’adesione delle molecole d’acqua alle cellule della cornea e della congiuntiva, lo strato più interno del film lacrimale è composto da particolari molecole dette mucine che mantengono bagnabile la superficie stessa.

Cosa comporta

I sintomi più comuni dovuti alla sindrome da occhio secco sono bruciore, sensazione di corpo estraneo, fotofobia, difficoltà nell’apertura delle palpebre al risveglio e, nei casi più gravi, dolore e annebbiamento visivo. Tutti questi disturbi aumentano in ambienti secchi, ventosi o dove sono in funzione impianti di riscaldamento o di condizionamento. I sintomi possono variare molto da persona a persona, basti pensare che alcuni pazienti con occhio secco lacrimano copiosamente!

Diagnosi

In presenza di un paziente con occhio secco, oltre ai normali test di routine per una visita oculistica, vengono effettuati altri test dedicati allo studio del film lacrimale e della superficie oculare.
alcuni di questi test sono:

  • la misurazione del menisco lacrimale tra il bulbo ed il margine della palpebra inferiore
  • il test di Schirmer per la valutazione della produzione lacrimale
  • la colorazione con fluoresceina, rosa bengala e verde di Lissamina che mettono in evidenza le cellule sofferenti
  • il tempo di rottura del film lacrimale per valutare la qualità delle lacrime
  • la sensibilità al contrasto
  • la citologia ad impressione per la valutazione delle cellule della congiuntiva
  • l’analisi dei film lacrimale per valutare l’osmolarità, la presenza di lisozima
  • il test di felcizzazione delle lacrime
  • il test della clearance della fluoresceina.

Trattamento

Il trattamento dell’occhio secco può essere particolarmente complesso e dinamico e richiede innanzitutto l’individuazione e la gestione delle coesistenti alterazione delle diverse strutture della superficie oculare.
A tutt’oggi non esiste una terapia risolutiva della patologia dell’occhio secco, ma esistono diversi preparati che consentono il controllo dei sintomi e la riduzione del discomfort per il paziente. Il tipo di preparato varia a seconda della forma della patologia e dell’obiettivo terapeutico: ripristinare il volume lacrimale, aumentare la bagnabilità della cornea, limitare l’iper-evaporazione, migliorare la lubrificazione, ridurre i fenomeni tossici,…
In base alla formulazione e alla loro azione possiamo distinguere diversi sostituti lacrimali:

  • Diluenti, in grado di allontanare le sostanze prodotte dal metabolismo delle cellule;
  • Stabilizzanti, in grado di aumentare la stabilità del film lacrimale.
  • Di volume, in cui vi sono sostanze capaci d i legarsi alla superficie oculare e di trattenere acqua.
  • Correttive, in grado di correggere alcune caratteristiche fisiche della superficie oculare.
  • Nutrienti, che contengono alcune sostanze in grado di migliorare il trofismo dei vari epiteli che sono in sofferenza.

Alcuni sostituti lacrimali di ultima generazione contengono delle sostanze in grado di svolgere diverse azioni come ad esempio una azione antinfiammatoria e antiossidante, utile in quanto la patologia dell’occhio secco, alterando la fisiologia della superficie oculare è spesso associata ad una infiammazione della cornea e della congiuntiva e ad un eccessivo accumulo di radicali liberi dannosi, una azione di filtro della radiazione luminosa e una azione mucomimetica e mucoadesiva elevata, che consente al preparato di garantire una idratazione più duratura.
Nella sindrome da occhio secco grave vengono utilizzati anche farmaci in grado di modulare l’attività del sistema immunitario locale e procedure para-chirurgiche.